Halloween: Sophos apre la caccia agli zombie‏

Immaginate cosa accadrebbe se un cybercriminale riuscisse a dire al vostro PC cosa fare, controllandolo in remoto da qualunque posto nel mondo. Qualunque programma scaricherete voi, lo scaricherà anche lui. Qualunque sito visiterete, form compilerete, pubblicità cliccherete, lui lo vedrà. Qualunque file aprirete, documento correggerete lui lo saprà. Ogni volta che farete log in nei vostri profili e account, lui vi accederà con voi. Qualunque ransomware vi ritroverete installato per errore e che cancellerà tutti i vostri dati, potrebbe essere stato installato proprio da lui. Inquietante vero?

Eppure è esattamente questo il tipo di potere che darete a questi criminali se il vostro computer verrà infettato da un bot, detto anche “zombie”.

Il termine “bot” è la versione breve di “robot”, poiché trasforma il computer in un robot cybercriminale controllato da remoto.

Il termine “zombie” significa che l’hacker può “riportare in vita” il PC senza che il legittimo proprietario se ne renda conto, utilizzando poi il dispositivo per fare ciò che vuole, spesso con scopi illegali.

Ma l’attività per la quale sono maggiormente conosciuti gli zombie è indiscutibilmente diffondere spam. Come verificato di recente dai SophosLabs ungheresi, il tipico computer utilizzato a casa collegato a una classica connessione Internet può facilmente diffondere più di 5 milioni di email di spam ogni settimana, promuovendo illegalmente un mix di prodotti e servizi in costante evoluzione e propagando malware sotto forma di pericolosi allegati.

Ciò significa che mappando le origini dello spam verranno mappati anche gli zombie.  Ed è proprio ciò che fa Sophos, rilasciando ogni trimestre la sua “SPAMPIONSHIP

Ecco dunque la classifica relativa al Q3 2014 (luglio-settembre):

Classifica in termini di VOLUME di spam prodotto dal paese: 

  1. USA                  11.5% (Q2 2014 = 1)
  2. Cina                  9.1% (Q2 2014 = 3)
  3. Francia             6.4% (Q2 2014 = 2)
  4. Russia              6.3% (Q2 2014 = 5)
  5. Italia                 5.5% (Q2 2014 = 4)
  6. Corea del Sud  4.9% (Q2 2014 = 7)
  7. Vietnam          4.6% (Q2 2014 = 10)
  8. Germania      3.6% (Q2 2014 = 6)
  9. Ucraina            3.2% (Q2 2014 = 8)
  10. Argentina      3.1% (Q2 2014 = 12)
  11. Giappone        3.0% (Q2 2014 = 11)
  12. Spagna             2.6% (Q2 2014 = 9)

Perché la cosa dovrebbe preoccupare tutti noi? È semplice: più in alto ogni Paese si piazza in questa classifica, più alti sono i rischi di essere alla mercé dei cybercriminali.

Questo è un danno per tutti: sia per coloro che riceveranno spam dal vostro PC infetto, sia per voi poiché tutti i vostri dati sensibili saranno a rischio.

Chiariamo: Sophos non vuole accusare alcuni Paesi di ospitare il maggiori numero di cybercriminali poiché in realtà il problema principale dello spam è che chi lo invia non è nemmeno consapevole di essere uno spammer, ma è solo vittima di cybercriminali che controllano il suo PC… molto probabilmente da un Paese diverso da quello in cui si trova l’ignaro utente!

Naturalmente, misurare lo spam solo in termini di volume prodotto è un po’ ingiusto poiché è ovvio che i Paesi che vantano una popolazione molto numerosa, come ad esempio la Cina, o molto ben connessa, come gli Stati Uniti, occupano inevitabilmente le prime posizioni in classifica. Infatti ancora una volta, come già registrato nel Q2 2014, i Paesi ad occupare tali posizioni sono gli stessi.

Ma le cose si fanno più interessanti analizzando il volume di spam prodotto rapportato alla popolazione dei vari Paesi:

Classifica in termini di SPAM PROCAPITE (considerando Stati Uniti = 1)

  1. Bulgaria           4.9 x dato USA (Q2 2014 = 1)
  2. Uruguay          3.7 x dato USA (Q2 2014 = 7)
  3. Svizzera           3.5 x dato USA (Q2 2014 = 3)  4, South Korea,  2.7 x US rate  (Q2 2014 = )
  4. Israele             2.7 x dato USA (Q2 2014 = 9)
  5. Francia             2.7 x dato USA (Q2 2014 = 5)
  6. Taiwan             2.6 x dato USA (Q2 2014 = 11)
  7. Italia                 2.5 x dato USA (Q2 2014 = 10)
  8. Bielorussia     2.4 x dato USA (Q2 2014 = 2)
  9. Lettonia         2.4 x dato USA (Q2 2014 = -)
  10. Lituania          2.3 x dato USA (Q2 2014 = -)
  11. Macao            2.1 x dato USA (Q2 2014 = -)

(Paesi con popolazione > 0.3 milioni di abitanti)

Così facendo otteniamo un’indicazione dello spam prodotto per persona; anche in questo caso però i dati vanno valutati con cautela poiché la “SPAMPIONSHIP” è un campionato che nessuno vuole vincere!

In conclusione, ciò che emerge da questa classifica è che:

  1. Lo spam è un problema mondiale
  2. La prevenzione dello spam deve iniziare da casa propria

Quindi, non siate parte del problema, siate parte della soluzione: uccidete uno zombie oggi!

 

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